Nello svolgimento della professione di medico mi capita raramente di visitare un paziente all’insorgenza di una patologia. Molto spesso, le persone arrivano da me dopo diversi consulti e con un lungo corredo di esami diagnostici. Mi riferiscono ipotesi di diagnosi, terapie con esiti temporanei, nuovi sintomi, nuove indagini e nuove terapie. Spesso arrivano da me già stanchi e forse sfiduciati per non essere riusciti a risolvere il problema. Credo sia un’esperienza comune di molti colleghi che praticano medicine integrative.
Intanto il sintomo iniziale è cambiato, o si è spostato. Non di rado si è cambiato specialista, con successo parziale, mi verrebbe da dire distrettuale.
Il mio lavoro consiste spesso nel mettere insieme i dati raccolti dai colleghi, alla ricerca del filo rosso che collega un evento, un sintomo, una manifestazione, un’abitudine. La diagnosi è nella mia pratica medica prima di tutto una riscrittura della storia del paziente, una narrazione che pone al centro la persona e non il sintomo.
Il sintomo è un evento, un segnale di qualcosa che viene da lontano. Solo ricostruendo la storia personale si possono rintracciare le origini del disfunzionamento che ha determinato l’insorgenza della patologia.
Può sembrare un’affermazione banale, ma non lo è se si pensa alla centralità che ha assunto il sintomo rispetto alla persona e al largo impiego di terapie sintomatiche.
Riportare la persona al centro della terapia è cruciale nel mio lavoro e spesso mi rendo conto che è proprio quello il tassello mancante per ricomporre il puzzle di esami e diagnosi raccolto prima del mio intervento. Si tratta, in altre parole, di ricomporre quelle informazioni di dettaglio nel quadro unico e irripetibile che è la storia di quella persona, nell’ambiente in cui ha vissuto e vive, come un percorso a ritroso dal particolare al disegno d’insieme, secondo una concezione olistica.
Per fare questo mi servo di diverse strategie di ragionamento diagnostico, dalla semeiotica medica all’omeopatia e alla medicina tradizionale cinese, dalla medicina funzionale alle catene causali di Schimmel.
In questo modo si riescono a correggere le cause profonde della malattia, di cui il sintomo, come sappiamo, è la manifestazione ultima e più superficiale, con terapie strettamente personalizzate.
Quindi una Medicina Individuale perché individuali sono la diagnosi quanto la terapia, laddove sempre più si diffondono protocolli terapeutici orientati a curare la malattia e non la persona.
Leggere la storia del paziente e i suoi sintomi significa inoltre poter correggere e prevenire l’insorgenza di eventuali future patologie; laddove si individuano un sistema debole o un organo bersaglio, per esempio, la prevenzione potrà essere mirata e specifica per quella persona. Di nuovo, non solo norme generali di comportamento e corretti stili di vita, ma specifiche prescrizioni e osservazioni a protezione delle fragilità individuate.
La moderna medicina allopatica ha sicuramente avuto la capacità di trattare efficacemente le malattie acute, ma spesso fallisce nel trattamento delle patologie croniche, se non intervenendo con massicce farmacolizzazioni.
Tra i fattori che hanno concorso a generare sfiducia per la medicina cosiddetta “ufficiale”, vi è anche la spersonalizzazione del paziente e della sua malattia, considerata uguale a quella di chiunque altro, con il conseguente approccio terapeutico di tipo protocollare. Questa medicina ha portato ad una approfondita conoscenza della realtà biologica molecolare e microscopica dell’organismo umano, permettendoci di apprendere la funzione e la conseguenza della reazione più infinitesimale (basti pensare all’ingegneria genetica). Il risultato è stato però quello di lasciare l’organismo umano completamente scomposto e di non riuscire a rimetterlo insieme alla luce della nuove conoscenze, determinando così la visione di un organismo in cui le varie componenti lavorano indipendentemente l’una dall’altra, senza un concetto olistico della funzione del corpo umano.
Questo corso si pone l’obiettivo di utilizzare un ragionamento diagnostico che riporta ad una visione dell’organismo come una unità funzionale, in cui ogni parte del corpo, anche la più infinitesimale, è in diretta comunicazione con tutto il resto e che le conseguenti manifestazioni patologiche possano riconoscere una causa anche molto distante dal sito e dai tempi della manifestazione. Utilizzeremo cioè sintomi, segni e i risultati di esami ematologici e strumentali, per indagare un meccanismo patogenetico che ci porta al riconoscimento della causa della malattia, permettendoci di effettuare una terapia causale, passaggio obbligatorio per riportare un corretto stato di salute.
Inoltre si darà importanza alla unicità della reazione del singolo individuo, attraverso l’interpretazione di una dettagliata storia clinica e un attento esame obiettivo, in modo da intervenire su tutti i fronti coinvolti nella genesi della malattia di quel particolare soggetto, dalle alterazioni biochimiche, abitudini alimentari, alterazioni dei ritmi biologici circadiani, stile di vita e impronta emotiva.
Argomenti del Corso:
Lo svolgimento di specifici argomenti verrà affrontato da specialisti del settore, per ottenere approfondimenti importanti. In particolare:
Alla fine del Corso, la cui prima edizione si svolgerà via webinar, sarà rilasciato attestato di frequenza e attestato di autorizzazione all’utilizzo del Metodo A.D.E.K.™